Il Gatto
La decisione di un gatto
“Gentile Onorevole Babu, a lei la parola.”
“Grazie Onorevole Capo- Donna del Parlamento del Popolo. Una sola domanda per l'Onorevole Svanzoni, cui non chiedo di rispondere in quanto retorica. Perché dovremmo aiutare queste persone? Perché sono esseri umani? No, sono alieni! Perché scappano dalla fame? Bene, anche la mia famiglia è scappata dalla fame per venire in questo meraviglioso Paese. Ma erano altri tempi!”
La figura scura della deputata Princess Babu sembra essere un tutt'uno con il nero mogano del legno che ricopre la maestosa Aula del Parlamento del Popolo.
“Erano tempi in cui non era necessario costruire muri sul mare, in cui si parlava di esseri umani e non di straccioni alieni che cadono dal cielo. Ho sentito alcuni di voi dire che sono come noi, che abbiamo lo stesso DNA, eppure io vi chiedo, ancora una volta retoricamente: chi di voi è caduto in questo meraviglioso Paese dal cielo?”
“Driiiiin- driiiiin-driiiinnn!”
“Ma insomma, signori deputati! Lasciate terminare l'Onorevole Babu, grazie.”
“Grazie, Onorevole. A chi di voi dice che si tratta delle nostre sorelle, dei nostri fratelli, dei nostri figli o nipoti, ripeto: tornatevene a casa vostra! C'è chi scappa dalla fame, chi dalla povertà, chi dal caldo perfino. E noi dovremmo dare da mangiare a queste bestie, a questi alieni? No, grazie! Ho concluso.”
Il gatto si lecca la zampina, accarezzato piano con un guanto di velluto dal Maestro di Cerimonie del Parlamento.
Il voto
“Bene, grazie all’Onorevole Babu. Vediamo dunque le votazioni all'ordine del giorno. Abbiamo la prima mozione- Svanzoni sulla modifica del luogo di atterraggio per alieni e dall’altra la mozione del nostro Capo, oggi rappresentato da Minù il gatto, sull'attivazione della caccia ludica all’alieno durante le festività, a partire da quella odierna.”
“Driiiiin- driiiiiin- driiiinnn.”
“Si inizino le votazioni.”
Il cartellone nero sul fondo della sala si illumina di piccole lucine quasi tutte uguali.
“Allora, per la mozione- Svanzoni, il risultato è di un voto a favore e 29 contrari. Rigettata. Signor Svanzoni, la invito a chiedere perdono al Parlamento e a lasciare l’aula.”
“Onorevoli parlamentari, mi scuso per la mozione presentata quest’oggi. Vi prego di perdonare la mia insolenza e di permettermi di tornare presto tra i banchi di questo sacro pulpito. Arrivederci.”
“Driiiiin- driiiiiiin- driiiiinnnn.”
“Bene. Si inizino le votazioni alla seconda mozione.”
Il cartellone nero si illumina nuovamente, a sorpresa stavolta di due colori distinti. Il fatto che il Capo non sia presente, deve aver fatto sentire a qualcuno la voce della coscienza.
“La votazione vede 15 a favore e 15 contrari. Votiamo nuovamente.”
“Driiiiin- driiiiin- driiiiin.”
E ancora una volta le lucine sembrano in parità.
“Gentili signori e signore, rappresentanti del Popolo, la votazione vede ancora una volta 15 voti a favore e 15 voti contrari. Secondo il nuovo regolamento, la parola spetta al Capo Popolo o a chi ne fa le veci. Signor Maestro di Cerimonie, la prego di portare qui il gatto.”
Il Maestro di Cerimonie prende con cura tra le sue mani vellutate il gatto, che inizia a giocare annoiato con le mostrine. Scese le scale, ecco Il Maestro posare con cura il gatto al centro della sala.
“Bene, signor Maestro, la prego di bendare il gatto.”
Il gatto, scelto dal Capo per la sua docilità, sembra quasi gradire il cappuccio rosso che gli viene infilato su per il muso e le orecchie. Poi, il Maestro tira fuori dalla tasca due campanelle, una rossa e una verde, e va a sedersi a qualche metro dal gatto. Si inginocchia e...
“Driiiiinnn—Driiinnn.”
Suona la prima campanella.
“Driiiiiinnn—Driiinnn.”
Poi, prova la seconda campanella.
Il suono deve essere lo stesso, così da portare il gatto ad una decisione imparziale.
Seduto, mentre si lecca una zampina, il gatto incappucciato sembra ignorare le due campanelle. Non c'è scritto nulla sulla possibilità che il gatto non sia attirato da nessuna delle due campanelle.
“Driiiiinnn—Driiinnn.”
“Driiiiinnn—Driiinnn.”
Ecco, finalmente il gatto alza la testolina incappucciata e inizia ad avanzare.
Un passetto, poi due.
“Driiiiinnn—Driiinnn.”
“Driiiiinnn—Driiinnn.”
Poi tre, quattro passi.
La decisione del gatto.
Il destino di uomini e donne è appeso alla camminata annoiata di un gatto. Deciderà un felino se diventerà legale sparare ai pochi alieni che sopravvivono alla caduta. La scelta di questo gatto potrà salvare la vita di tante persone, che avranno dunque il tempo di organizzarsi e scappare lontano da queste mura maledette.
Poi sono cinque e sei i passi, siamo quasi arrivati ad una decisione.
“Driiiiinnn—Driiinnn.”
“Driiiiinnn—Driiinnn.”
Quale speranza rimane loro?
Poi sette, otto passi.
E la danza si ferma.
“Driiiiinnn—Driiinnn.”
“Driiiiinnn—Driiinnn.”
Questa è la fine de La decisione del gatto, continue to read Il Giorno dell'Indipendenza, Go back to the future, written by Daniele Frau e illustrata da Gabriele Manca, Dmq Productions. Tutti i diritti sulla storia e sulle illustrazioni sono riservati ai rispettivi proprietari.
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