Avventure giapponesi
Tokyo, Giappone
3, 2, 1 iniziamo!
Si parte da Dubai, ma questo particolare lo possiamo allegramente saltare. Arriviamo al sodo, il Terminal 2 dell’aeroporto Narita. E’ estate e si sente nell’aria.
Comunque posso respirare, non come in altre destinazioni in Asia che ho visitatoMamma, sono in Giappone! Sono atterrato tra la trama di un film sugli alieni e il cassetto ben ordinato e stirato della mia amica SabrinaDopo aver ripetuto un numero imprecisato di volte “arigatò” (grazie), inizio a cercare una logica. Il navigatore mi dice di cercare un sottopassaggio chiamato B2F, che sarebbe il secondo piano seminterrato. Fortuna vuole che non solo io riesca a trovare il sottopassaggio, ma che riesca anche a trovare delle persone sorridenti con cui scambiare qualche parola in inglese.
Compra un biglietto
Adesso, ciò che devo fare è trovare un modo epr comprare un biglietto. Mi sembra abbastanza semplice tutto sommato, ma il prezzo di una corsa singola è ancora un antico segreto custodito gelosamente tra le spade di qualche samurai. Compro il biglietto per Funabashi Station. Sono abbastanza certo del fatto che la mia pronuncia di Funabashi sia buffa quanto se non più di quella di un giapponese che provasse a pronunciare la parola"trigonometria"per la prima volta, ma comunque il rispetto qui è di casa e nessuno mi fa pesare la mia ignoranza crassa nella lingua giapponese.
OK, via libera
Ho i biglietti in mano e un treno futuristico si muove sotto di me, sono pronto, andiamo! La mia prima corsa sembra non finire mai, forse perché sono stanco dopo 10 ore di volo e questa è una realtà completamente differente. Tutto mi sembra strambo, dalle luci nelle strade al modo con il quale devi rivolgerti agli sconosciuti , fino alla disposizione delle scale mobili. Si, definirei alieno tutto ciò che mi circonda, ma non c'è davvero nulla di offensivo. È solo il Giappone.
Poi, arriva Tokyo
Fuori dal finestrino esplode un mondo disegnato su carta lucida, un nero che graffia i finestrini del treno con tutta la sua eleganza. Tokyo Tokyo si presenta come una donna affascinante e dotata di naturale eleganza. Sfuggente, nella furia del treno che sfreccia veloce e parla una lingua a me ignota. Il treno corre, corre e sobbalza. Sbattere la testa sul finestrino mi sveglia. Ed è un bene, perché così riesco ad arrivare alla prossima fermata ancora intero.
Non so se sia il karma che mi viene incontro o semplicemente una qualche diavoleria mentale super futuristica ad aiutarmi nel prendere la fermata giusta, propendo per la prima ipotesi, ma tengo aperta la seconda. Stiamo pur sempre parlando di Giapponee puoi immaginare che possa accadere di tutto, se hai passato tutta l'infanzia incollato a guardare i cartoni animati giapponesi.
La metro
Se questa la chiamate metro, sono davvero in un film degli alieni. Sembra super pulita alle 9 di sera in un modo tale che ti fa pensare di aver lasciato a casa le pattine. Le pubblicità uccidono la mia concentrazione. Sembra come provare a ricordarsi un personaggio secondario di un romanzo di Dostojevskij mentre un gruppo di darwish vi danza tutto attorno vestiti con un abito di Pikachu. Ora che avete questa bella immagine demenziale in mente, avete una vaga idea di quanto sia complesso per me capire il nome della prossima stazione, restare sveglio e allo stesso tempo non distrarmi con le pubblicità della metro.
Anche se per metà convinto di essere in un’altra dimensione, torno sulla terra e grazie a due buoni consigli riesco finalmente a cambiare metro. I due buoni consigli sono alti un metro e sessanta e vestiti con degli alti cappelli da poliziotti. Non posso non trovare delle somiglianze con le maschere da poliziotto in vendita per i negozi per bambini durante il Carnevale. Io in questo caso sono vestito da occidentale con le occhiaie e i capelli pettinati dal vento del Nord.
Silenzio, grazie
La metro comunque è silenziosa, è solo il treno a parlare. Gli esseri umani, digeriti in questa moltitudine a forma di bruco sono puliti e ordinati. Ad un certo momento, il panico. Una bottiglietta abbandonata con una grossa M disegnata sopra, inizia a rotolare. Questo sarà l’unico suono che rivaleggerà con il rumore del treno sui binari. Pim, pum, pam e nessuno fa una piega, sebbene segretamente tutti stiamo sperando che la bottiglietta prenda vita e scenda alla prossima fermata.
Outside Tokyo seems like a video game, with the ultimate elegance of a top model. Lights are similar to eyes, a plague that seems to infect a good peaceful and solitary darkness. Everyone keeps their eyes on some smart thingy screen, even when a beautiful girl (probably coming from a manga comix) arrives and sits in front of me. I feel myself a man coming directly from del Neolitico, ma è davvero bellissima e non posso non guardarla con la coda dell'occhio. Nel frattempo, il treno continua la sua canzone tu tum tu tu tum tu tu tum tutu tum.
Sono pronto per la prossima stazione.
Il secondo viaggio
Il secondo viaggio è meno complesso di quello precedente. Sono a Funabashi (fino a qui tutto bene, direbbe Hubert).
Ciò che ancora non mi è chiaro:
- A. Come comprare un biglietto
- B. Dove trovo l'entrata della metro?
- C. In quale direzione devo prendere la metro?
- D. C'è una qualche relazione causa- effetto tra gli Yen che spendo e le mie corse sulla metro?
- E. Si tratta di un piano malefico di Dobby?
- P.s. sembra ci sia una logica dietro queste regole. Ovviamente, bizzarra e aliena, come premere su uno schermo (vodoo?!).
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