La creazione

–continua dall’Atto Primo–

La creazione

Come si fa la maschera

Caro diciassettenne che sei arrivato fino a qui pensando che io voglia rivelarti l’antico segreto che alberga nella mente dell’artista per la creazione delle maschere, sei nel posto sbagliato. Qui si cerca di descrivere un artista e proporre in maniera più o meno velata la vendita delle sue maschere meravigliose ad un pubblico che si spera non le debba usare solo una volta e solo per Halloween. Cerca, caro amico teenager, di tenere a mente le tecniche che sto per rivelarti, cercale su Youtube e se hai ancora tempo inizia a studiare una nuova lingua, che non fa mai male (no, aspetta, credo che lo studio del Klingon possa produrre effetti nocivi a lungo termine).

Il materiale

La creazione, come si può leggere in quasi ogni testo divino, va per tentativi ed errori. Strano che possano esserci errori anche in esseri perfetti, eppure a quanto pare è così. E la Terra ha solo qualche migliaia di anni e le scimmie non esistono. Comunque, anche la scimmia non esistente di Gabriele ha saltato sulla sua spalla e gli ha intimato di modificare la sua idea iniziale di creazione in cartapesta (materiale, tra l’altro, utilizzato per la procedura tradizionale delle Maschere Veneziane), per poi consigliare un altro materiale, il Worbla. Gabriele dice che questa modifica si è venuta a creare per motivi pratici e di tempo, ma io non gli credo. In realtà l’idea di poter pronunciare Worbla in pubblico credo abbia avuto un ruolo determinante nella scelta finale.

Il Worbla

Creazione di crani di animali
               Creazione di crani di animali

Diciamocelo chiaramente, è un nome a caso. Questo materiale con cui il nostro ha deciso di dare forma alla sua creazione, non riesco proprio a ricordarmi come scriverlo. Ogni volta mi viene wornya, wonka o worlba. Comunque, a quanto pare ha dei vantaggi, per quanto impronunciabile e inscrivibile. Il W. è un materiale termoplastico modellabile che permette di ottenere la base di una maschera in poco tempo, anche poche ore. Il tutto da un modello di creta scolpito a mano. Una volta completato il modello, il foglio viene messo sullo stampo e non appena sfrenata la maschera e ripulita l’argilla, si passa alla fase di rifinitura e verniciatura. Per una serie di sillogismi, ho chiesto al nostro eroe se potesse fare con lo stesso procedimento una Lamborghini. A quanto pare, si. Però poi non cammina ed è molto difficile da indossare in volto.

Ma non è che poi si scioglie?

A questa domanda, da me posta, il nostro arrampicatore su pali, danzatore, disegnatore e creatore seriale di maschere ha risposto in un modo che non può essere parafrasabile e che vi riporto in corsivo virgolettato perché fa figo:

No, non dovrebbe sciogliersi. La termoplastica comincia ad essere malleabile attorno ai 65 gradi ma significative deformazioni possono essere compiute solo sopra i 100 gradi. Quindi a meno che non stia ballandoci tutto, in una stanza piena di gente, ermeticamente isolata, con luci da stadio puntate sopra, non dovrebbe sciogliersi. Se dovesse succedere, probabilmente saresti già morto da un po’, quindi anche chissene, no?

Perché dovrei volere una maschera?

Gabriele mi conferma che i miei sospetti sono fondati. Le sue maschere non sono normali maschere, ma seguono la corrente detta del The Mask, per la quale nell’indossarla inizierete a sentirvi subito meglio, forse un po’ più folli. Se invece deciderete di non voler rischiare, potrete appenderla al muro, per quanto io non possa promettervi che il muro stesso non decida di impazzire a sua volta.

–continua nel Terzo e ultimo Atto–

 

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