Il negozio di anime
Un negozio come un altro?
In un negozio di anime potete trovare davvero di tutto. Ci sono anime che, sbiadite come sono dal loro rotolarsi nella polvere dell'esistenza, risultano goffe.
Anime rinunciatarie, queste non spengono né tantomeno accendono nulla, invisibili grazie al loro grigiore. Utili, nondimeno, per chi ha deciso di vendere anime.
Il naso di S. non era ancora del tutto all'interno del negozio e il commerciante sapeva già tutto di lui.
Lo riconobbe per ciò che era, l'ultimo anello di una catena in grado di cambiare il volto alla metropoli e al quartiere, scambiandone l'anima.
Questa catena si era allungata per così tanto tempo da essere diventata ormai un filo teso, quasi invisibile. Tutto era cambiato, da quando il nonno aveva iniziato tanti anni prima.
Da quando la Animae aveva iniziato ad allungare i suoi tentacoli in ogni ambito della società, le sale dei bar erano infestate non più dalla musica di trombe e pianoforti indiavolati, ma da macchinette colorate.
Le strade, prima riempite di vetrine, erano ormai specchi ciechi.
I riflessi erano tutti nella rete, in cui pesci muti restavano incastrati pronti solo a boccheggiare. Calzolai, fruttivendoli, sarte, erano pian piano svaniti, lasciandosi dietro una scia di nuovi negozi.
Botteghe di incubi, di parti vissute o desiderate. Un intero organismo pulsante di elettrodomestici sorridenti di seconda e terza mano.
Dentro il negozio
“Come posso aiutarla?”
Chiese il negoziante di punto in bianco, sorprendendo S. a metà di un suo pensiero.
"Se le serve una mano per i soprammobili o le anime, sono qui.”
Disse ancora il padrone del negozio, meccanicamente e senza distogliere lo sguardo dal giornale. La cronaca nera del venerdì è sempre la più interessante.
Le scatole che sfilavano davanti agli occhi di S. sembravano essere repliche, ma ad uno sguardo più attento le didascalie cambiavano. Alcune erano terribili.
"Bambino, mai usata", cui seguiva "Sposa, rogo", oppure "Sposo, rogo". Una morte dopo l'altra.
C'era poi una nutrita collezione nella sezione suicidi, con tante scritte strambe."Inventore, macchina, smog",oppure "Matematico, cianuro, mela".
Niente è più avvilente della collezione dei suicidi, che troverete esposta in qualsiasi negozio di anime perché imposta per legge. In fin dei conti si tratta di una vendita circolare, i suicidi sono i primi acquirenti di quelle stesse scatole.
Ogni anima ha un codice a barre, sia che si tratti di vendita al dettaglio o vendita in rete. La differenza sta nel fatto che con la rete si perde tutto il gusto della scoperta. Ci si innamora di una fotografia, è pornografia pura. Basta leggere:
"Rockefeller, miliardario"
Due parole bastano a far scattare un impulso erotico, una smania insensata. Il proprio spirito diventa nulla, al confronto. Seduti nel soggiorno con davanti un bel caffè, è facile cadere in un pensiero fisso:
"Chissà come sarebbe la mia vita con un'anima così."
Scegliere un'anima è difficile oggi come lo fu per S., allora, in quel negozio. D'improvviso iniziarono ad arrivare gli spasmi, i voltastomaco, il corpo era senz'anima e iniziava a risentirne. Chiudendo gli occhi, S. poteva sentire come una sensazione di vertigine. un dolce cadere dentro due seni d'ombra. Doveva darsi un pizzicotto per riprendersi.
"Geologo, ortolano, veleno per topi", "Marionettista, pittore, scossa elettrica". "Geologo, ortolano, veleno per topi", "Marionettista, pittore, scossa elettrica". Siamo vicini.
Ecco, quest'ultima era l'anima che cercava, quella che S. si aspettava di trovare. Un'anima che non aspirava alla luce, ma semplicemente a scomparire in un'ombra di fango. Una luce tra passato e futuro, che rotolava sporcandosi nel presente, apatica.
"Anima dal colore grigio con venature di verde cetriolo e rosa sale dell'Himalaya. Proveniente dalle zone del Pacifico Orientale, antica e priva delle striature blu tipiche della zona del Caucaso."
Incredibile, tante parole per descrivere un'anima. E non era finita lì:
"Anima estratta con il metodo Fechner, alla morte del paziente. Morte avvenuta per infarto."
"Nome del corpo prima dell'estrazione: A.B."
"Professione: Venditore di pillole per il cuore."
L'ronia della sorte, un venditore di pastiglie per il cuore che muore per un infarto. S. sorrise, senza pensare a quanto sembrasse simile alla carriera che aveva appena deciso di intraprendere.
Un venditore di anime è privo di un'anima nel senso letterale del termine, eppure passa tutta la sua esistenza a vendere e comprare anime. Comunque sia, S. infilò la mano in tasca e per due soldi si aggiudicò quell'anima.
Uscì dal negozio infilando la testa dentro il cappuccio per proteggersi dalla pioggia. Il commerciante non lo salutò neppure, troppo assorto dal caso del giorno, l'incidente della signora V. durante la battuta di caccia.
Arrivato a casa mostrò la scatola contenente l'anima al padre, il quale non poté che mostrare tutti i suoi denti in un sorriso compiaciuto. Stesosi sul letto, S. si sentì quasi mancare, aveva fatto giusto in tempo. Buttò giù la pillola della morte con un goccio d'acqua e attese. Sotto gli occhi vigili del padre e del nonno, metà di quelle striature rosse e verdi migrarono all'interno del suo corpo addormentato, passando per le mani.
Quando la scatola fu vuota per metà, il padre chiuse con un movimento esperto il resto dell'anima in un contenitore delle dimensioni di un temperamatite. La sua storia come venditore inizia così, con gli occhi chiusi. Di nonno in padre e di padre in figlio, continua la trincea dei venditori.
Speriamo che vi sia piaciuto questo negozio di anime, e che siate pronti per la prossima parte, la Lezione di vendita alla Università Animae.
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